Una galleria di ritratti femminili, di donne comuni ma anche di modelle, attrici, cantanti, immerse in scenari quotidiani, in pose lascive. Monica Bellucci in versione Salomé che versa sangue nel piatto, Sharon Stone che morde diamanti, come Eva il frutto del peccato: la fotografia di Bettina Rheims è il risultato di una costruzione intellettuale e di un’attenta regia. Nata a Parigi nel 1952, Bettina Rheims cresce nel mondo dell’arte grazie al padre, Maurice Rheims dell’Académie Française. Gli inizi della sua carriera di fotografa risalgono alla fine degli anni 70 quando Bettina, incuriosita dalle vite di acrobati e ballerine di Pigalle, desidera conoscerli e fotografarli.
Bettina Rheims ( Nasce il 18 Dicembre 1952 in Parigi .) La sua è una famiglia importante : suo padre Maurice Rheims è un Accademico Francese, sua sorella Nathalie Rheims è una scrittrice. Nei primi anni fa l'attrice ( TV e Cinema ) senza particolare successo, uno dei suoi ruoli d'un certo rilievo lo si vede in "Una donna e una canaglia" Nel 1978, all'età di 26 anni si dedica alla fotografia. Polivalente intanto aveva lavorato come come modella e giornalista. Nel 1980 giunge ad un grande notorietà per i suoi ritratti ed i suoi nudi. Nel 1981 espone con successo in due mostre personali: al Centre Pompidou e alla Galerie Texbraun a Parigi. Lavora anche su dei ritratti d' animali imbalsamati, oggi esposti in Parigi e a New York. Realizza ritratti in tutto il mondo per riviste e per campagne pubblicitarie ( Bene e Chanel ). Crea la sua prima serie di moda, poi manifesti cinematografici e dirige nel 1986 la sua prima campagna pubblicitaria. Fotografa giovani donne ed amanti, divenendo famosa oltre che in Francia, in Gran Bretagna e negli Stati Uniti. Tra il 1990 ed il 92 realizza in collaborazione con Serge Bramly una serie di foto che nomina " La Chambre Close ". il successo è enorme non solo in Europa ma in tutto il mondo. Il libro è diventato un best-seller che viene rieditato di continuo .Negli anni seguenti la sua fama s'espande e viene considerata uno dei più importanti fotografi in Europa, negli Stati Uniti, Giappone, Corea, Australia e Russia. Nel 1999 realizza un importante progetto fotografico che percorre storie Bibliche sia vetero che novo testamentarie: difatti descrive anche la vita del Cristo ( sempre con la collaborazione di Serge Bramly ). Il libro viene pubblicato contemporaneamente in diversi paesi (Francia, Germania, Stati Uniti d'America e Giappone) e crea un grande scandalo in Francia.Quest'opera sta ancora girando il mondo esposta in diversificati musei .Nel 2000 pubblica una serie di fotografie di giovinette che scoprono la loro femminilità. Nel 2003 va a Shanghai, ove rimane per circa sei mesi e realizza un volume fotografico omonimo ( con sempre Serge Bramly , che viene pubblicato da Robert Laffont. La città viene vista attraverso le immagini di donne d'eterogenea estrazione . Nel 2004 ecco " MoreTrouble " che ripercorre 10 anni della sua fotografia, per lo più ritratti di donne famose. Contemporaneamente una mostra che è per la prima volta la vede prospetticamente in Helsinki, Oslo, Vienna, Dusseldorf e Bruxelles. Nel 2008 espone presso il FORMA Centro Internazionale di Fotografia di Milano..la mostra si chiama "Puoi trovare la felicità" ..a cura di Philippe Dagen, critico d'arte e giornalista e, organizzata in collaborazione con la Galerie Jérôme de Noirmont di Parigi, ove si presentano oltre novanta affascinanti immagini e s' articola in sezioni tematiche strettamente concatenate per raccontare l'opera di Bettina Rheims dal 1991, con Chambre close, al 2004 con Shanghai. Novantaquattro immagini di straordinaria forza espressiva che rubano talvolta dal mondo della pubblicità e del cinema il tratto patinato, le pose quasi teatrali come ironiche pantomime; altre volte si ispirano invece all'equilibrio della tradizione artistica, e alla storia della fotografia, tanto nella composizione delle scene quanto nelle scelte cromatiche. Nudi animati dalla forza del candore e della devozione, da espressioni peccaminose e arroganti, a volte diabolici, a volte maliziosi o celestiali, ma comunque privi di volgarità e sempre assolutamente ironici. Bettina Rheims racconta di disordinate e romantiche eroine, cariche di pathos, maliziose e perfette muse, un incanto per gli occhi che non sanno smettere di scrutare le forme classiche della composizione, i colori opulenti e fragorosi. Una galleria di perfezione femminile, di donne più o meno conosciute dal grande pubblico, di modelle statuarie, attrici o cantanti, immerse in scenari quotidiani, in pose lascive. "È abbastanza strano quello che faccio" dice del suo lavoro Bettina Rheims, e del resto scenografa, pittrice, regista, sceneggiatrice. Definire Bettina Rheims una fotografa è veramente insufficiente. |